Anche se sono stati fatti molti passi in avanti, ci sono ancora parecchi pregiudizi e tabù contro l’industria delle pulizie domestiche. Per molte persone è difficile accettare che qualcun altro lavori nella loro casa, altri hanno dubbi sull’affidabilità degli addetti alle pulizie, altri ancora non trovano la persona giusta. A questi dubbi “personali” si aggiunge il dibattito più ampio su lavoro nero, pagamenti in voucher e gig economy. Helpling, insieme ad altre piattaforme come Airbnb e BlablaCar, vuole favorire lo sviluppo economico in questo senso, offrendo piattaforme efficienti per rendere più facile l’incontro di domanda e offerta di servizi. Insomma è tempo di dire addio alle vecchie idee e di sfatare questi infondati miti:
1. Solo i ricchi possono permettersi una donna delle pulizie
Spesso si sente ancora l’idea che la donna delle pulizie sia un lusso che solo famiglie d’elite possono permettersi. Da una parte i costi all’apparenza sembrano essere molto elevati, dall’altra vi è la difficoltà di accedere ad un circolo di conoscenze e connessioni, dove le domestiche più brave vengono divise tra poche selezionate famiglie: questo rende(va) più lungo e difficoltoso il processo di ricerca.
Oggi, grazie ad internet, i Social Media ed i portali on-demand, i costi sono scesi moltissimo, rendendo la colf non un lusso, bensì un prezioso aiuto accessibile a molti. Il mondo digitalizzato ci permette di essere in contatto con un nucleo molto più grande di persone, accedendo così a più informazioni: i costi per la ricerca cadono, il mercato è più trasparente e la tecnologia ci permette di trovare un aiuto domestico in pochi click.
2. Che sporco lavoro! Chi vorrebbe mai fare la donna delle pulizie?
L’addetto alle pulizie è stato per molto tempo un lavoro non apprezzato, visto con una punta di disprezzo. Fortunatamente la situazione è cambiata, basta chiedere agli stessi collaboratori domestici: il nostro Mauri ad esempio, grazie alla flessibilità che Helpling gli offre, riesce a continuare la sua attività di volontario in Croce Rossa, o Marisa, che spiega come il suo lavoro la faccia sentire soddisfatta e realizzata. Le piattaforme on-demand inoltre offrono agli impiegati in questo settore maggiore libertà per organizzare impegni ed appuntamenti, oltre che la possibilità di raggiungere l’indipendenza economica per dedicarsi alle loro passioni: come Samantha, italiana a Berlino, che bilancia il lavoro tramite Helpling con la sua passione per la danza.
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3. Non c’è da fidarsi, e se poi mi rubano in casa?
Dando un’occhiata a quotidiani e magazine, se ne leggono davvero di tutti i colori. Dalla colf che portava via dalla casa in cui lavorava gioielli ed oggetti in oro, al collaboratore domestico che intascava il denaro contante che trovava nei cassetti. Queste storie sono di sicuro esilaranti, un po’ inquietanti, ma soprattutto fanno vendere e cliccare sugli articoli. Ma rappresentano davvero il settore delle pulizie? Mentre un minimo rischio rimane quando ci si affida al nero, con piattaforme legali e sicure come Helpling si può stare tranquilli: gli addetti vengono selezionati accuratamente e devono fornire documenti ufficiali.
4. Se la colf rompe qualcosa, chi paga?
Quasi popolari quanto le storie sulle colf che rubano, sono quelle sugli addetti alle pulizie che rompono cimeli di famiglia dal valore inestimabile o che puliscono il parquet in castagno con il prodotto sbagliato. Persino le colf del museo di Bolzano si sono sbagliate ed hanno confuso un’opera d’arte con i resti di una festa, buttando via bottiglie di spumante finite e coriandoli, che dovevano invece rappresentare i festini della politica degli anni Ottanta. Anche questo problema è principalmente legato al mercato nero: affidandosi ad un servizio certificato con lavoratori autonomi, c’è sempre dietro una forma assicurativa che garantisce sui danni. L’assicurazione di Helpling ad esempio, copre fino a 5 milioni di Euro.
5. Solo le donne possono pulire!
La popolarità di termini come “signora delle pulizie” sembrano suggerirlo, ma nella realtà davvero solo le donne possono pulire? Anche questa immagine è piuttosto obsoleta. Non solo la maggior parte dei nostri clienti sono di sesso femminile, ma anche i collaboratori domestici maschi che scelgono Helpling come piattaforma per trovare clienti e gestire i propri appuntamenti, rappresentano ben il 43%!
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6. Aiuto nelle pulizie? I panni sporchi si lavano in casa propria
In parte detto popolare, in parte questione di orgoglio: in molti sostengono che bisognerebbe essere in grado di prendersi cura della propria casa e, letteralmente, rimboccarsi le maniche quando si tratta di lavoro sporco. Questa concezione è però piuttosto obsoleta e davvero ingiusta, soprattutto se si pensa a coloro che lavorano full-time e hanno poco tempo per dedicarsi alla casa. Inoltre, un aiuto domestico può semplicemente essere una mano in più: c’è chi non ha problemi a spolverare e riordinare il soggiorno ma preferisce affidarsi a qualcuno per pulire bagno e stanze, o ancora chi si fa aiutare dalla colf solo per quelle attività più lunghe e complicate, come la pulizia del forno o delle tapparelle.
7. La colf è solo per le persone che davvero non hanno tempo
Decidere di delegare le pulizie della propria casa a qualcuno di fidato, non significa necessariamente non avere tempo di rassettare e pulire. Magari si preferisce utilizzare quel tempo prezioso per fare altro: iscriversi finalmente al corso di cinese che si voleva iniziare da tempo, portare i figli al corso di pallacanestro o nuoto, andare al Museo della città per vedere quella mostra temporanea. Prenotare una pulizia di un paio d’ore costa meno di un massaggio o di una cena romantica, e così si lascia più tempo per le cose che davvero ci interessano – a prescindere dal lavoro frenetico o no.